» La soffitta di InchiostrodiVerso

Inferno Mentale

Maria Basilicata

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  1. Maria!
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    INFERNO MENTALE



    Mi ritrovo seduta su delle rocce. Rocce appuntite, fastidiose.
    Urla, lamenti d’ogni genere provengono da non molto lontano. Il cuore inizia a battermi all’impazzata, eppure quell’atmosfera mi piace. Sì, è perfetta.
    Mi ritrovo lì, ad osservare ogni singolo aspetto di quel luogo. Eppure, ricordavo di essere a casa, nel mio letto. E se fosse questa la mia casa? E se queste rocce appuntite fossero il mio letto?
    Un sorriso nasce spontaneo sul mio viso.
    Un rumore in vicinanza mi fa sussultare. Mi volto veloce: un essere nero si avvicina.
    Quando è a pochi passi da me, decido di alzarmi ed affrontarlo. Non ho paura di niente io. Figuriamoci di un piccolo demone.
    L’essere è completamente vestito di nero. Indossa un cappuccio che gli copre il capo fino alla fronte. I suoi occhi rosso fuoco fanno capolino in quello che sembra essere un miscuglio d’orrore e pietà insieme. Sì, pietà. Il suo viso è completamente deformato. La bocca, presenta angolature diverse dal normale. La apre lentamente come se volesse parlare. In effetti, produce qualche suono. Tuttavia, non riesco a capire cosa vuole dirmi. Il suono è così debole che devo avanzare di qualche passo per ascoltarlo meglio. Ormai a pochi centimetri da lui, riesco ad ascoltare qualche sillaba di un discorso che sembra lungo. Mai, avevo udito simili frasi.
    “Morte è in te che sei arrivata in questo posto. Disperazione e orrore ti attendono. Vorrai ancora proseguire il tuo viaggio?”
    Il mio volto s’irrigidisce. Capisco che lui è lì a darmi il benvenuto.
    Acconsento col capo.
    Lui si sposta di lato.
    “I tuoi sogni saranno distrutti. Non ci sarà più nulla di te. Da adesso sarai sola. Un unico avvertimento: rispetto per il Signore Oscuro. Ricordalo”
    L’essere si volta di spalle e, in breve tempo, è lontano da me.
    Decido di proseguire. Urla e lamenti aumentano man mano che i miei passi si avvicinano ad una sorta di grotta. Non so come, ma qualcosa di molto forte spinge le mie gambe. Mi ritrovo ad osservarmi i piedi. Sono scalza. I miei sudici pantaloni sono strappati alle ginocchia.
    Alzo le mani verso il mio viso, lo sfioro. Non è più liscio, ma completamente ruvido.
    Tuttavia, i miei lunghi capelli rossi sono rimasti gli stessi. Mi sfiorano, liberi, la schiena.
    Avanzo ancora, sono ormai all’ingresso della caverna. Le urla sono vicine. I lamenti mi sono accanto.
    Osservo bene il luogo. E’ buio, tetro. Infinite anime volteggiano, urlano, si dimenano.
    Un bambino vestito di bianco è chino al centro della stanza. I suoi occhi rosso fuoco mi osservano. Mi scrutano.
    Avverto una fitta allo stomaco. Poi, un’anima mi spinge verso l’interno.
    Il bambino ha ancora gli occhi fissi su di me.
    Provo una stretta di dolore immenso. Inizio ad urlare. Ho voglia di distruggere tutto ciò che mi circondava. La rabbia m’invade il corpo. Mi porto le mani al viso. E’ diventato duro, freddo. Inizio a graffiarlo. Ma non provo alcun tipo di dolore.
    Il bambino mi osserva. Poi, con naturalezza, apre la bocca per parlare. Le anime smettono di urlare.
    Tuttavia, io continuo a dimenarmi.
    “Zitta strega!”. La bocca del bambino ha pronunciato queste parole in modo chiaro. Il suono della sua voce è sgraziato. Assolutamente non consono a quel corpo. Lui, quel bambino con i capelli dorati e gli occhi rossi. Sì, proprio lui, è il Signore Oscuro. Il demonio in persona mi ha chiamata “Strega”.
    Smetto all’istante di dimenarmi. Il mio corpo si abbassa di scatto. Mi ritrovo ad osannare quel piccoletto. Tutte le anime fanno lo stesso. Lui si alza e si avvicina a me.
    “Bentornata a casa!” conclude.
    Abbassa le mani verso il mio capo. Sento che mi sfiora il viso. Porta il mio volto a pochi centimetri dal suo e, con descrivibile orrore, mi bacia.
    Mi avevano detto, nella mia vita precedente, che il bacio del diavolo segna per l’eternità.
    Io l’ho ricevuto.
    Di colpo, inizio a dimenarmi nel letto. Le coperte cadono di lato e io mi ritrovo sveglia. Il cuore mi pulsa forte. Sono sudata. I miei capelli rossi sono incollati al sudore.
    Le mani tremanti mi si avvicinano al viso. E’ caldo e liscio.
    Con sollievo, mi alzo. Una volta seduta, un impulso quasi innaturale mi fa voltare verso il mio specchio. Grido con tutta la voce che ho. Proprio lì, sulla mia guancia, è incisa la forma di un bacio. I miei occhi, terribilmente rossi, si riflettono a lungo. La testa prende a farmi davvero male. Un male che durerà un’eternità. Sì, sono un’anima infernale.
    L’inferno risiede, esattamente, nella mia mente!
     
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    Niente male! Ogni frase è ben articolata e la punteggiatura direi che è perfetta! Anche i capolinea! ^^

     
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    Apprezzato molto, specialmente per un amante dell'horror quale sono io! Brava.
     
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    Il miglior racconto del contest! Peccato che Maria! abbia partecipato soltanto una volta!
     
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    Irene

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    Era una brava scrittrice, e scriveva di horror. L'Inferno nella mente è tra i racconti che non si scordano facilmente.
     
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    Svanirò alla luce del mattino; non ero altro che un'invenzione dell'oscurità.

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    Dalla fine di tutto ciò che esiste.

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    È tutto nella nostra testa, mi ricorda tanto Dylan Dog e le sue paure che trasforma in mostri reali.
     
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