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Scrivere una storia: quale tempo verbale scegliere?

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    Elfo

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    Scrivere una storia: quale tempo verbale scegliere?

    tra_le_tue_braccia

    Può sembrare una scelta semplice, invece non lo è: è il dilemma di qualsiasi scrittore che si cimenta con la scrittura di un romanzo. E' fondamentale scegliere il tempo verbale da utilizzare in base al taglio che si vuole dare alla storia/romanzo che si sta per scrivere. Scrivendo da un po' di anni mi sono accorto che non esiste un tempo verbale migliore in assoluto, dipende quindi soltanto da noi. Una cosa è certa: l'utilizzo dei verbi al passato è molto più comodo, soprattutto per chi non è abituato a scrivere; il motivo? C'è maggiore dimestichezza nel racconto, perché si racconta qualcosa che è già successa. Utilizzando i verbi al passato è più facile scegliere te l’ordine in cui la storia verrà narrata: per esempio è più semplice gestire l’ordine cronologico degli avvenimenti, saltando in avanti o indietro nel tempo, in base alla narrazione. Utilizzare verbi al passato rende anche più facile il compito del mostrare e non raccontare, che è cardine principale della scrittura.

    L’utilizzo del tempo presente per la scrittura di un romanzo è invece più vincolante e quindi meno semplice, soprattutto se si sceglie la narrazione in prima persona. C'è però il vantaggio non da poco da far vivere la storia con gli occhi del protagonista, persona, serve per far immedesimare il più possibile il lettore, proiettandolo direttamente nel vivo della narrazione. Ma attenzione, non dobbiamo dimenticarci nel corso della scrittura che mentre si scrive alcuni fatti non devono essere noti ai personaggi, proprio perché ancora non accaduti. Ecco perché scrivere al presente è molto più difficile che scrivere al passato. Inoltre se la trama non è densa di avvenimenti, la narrazione potrebbe risultare un po’ troppo faticosa se non addirittura noiosa.
    Vediamo un po' più di preciso.

    Narrare al passato
    I tempi da utilizzare, come si può leggere un po' ovunque, sono fondamentalmente quattro: passato remoto, imperfetto, passato prossimo , trapassato prossimo e trapassato remoto.
    Il passato remoto è il tempo che permette di muoversi al meglio nel dipanarsi della trama e sii accompagna spesso all’imperfetto. Si ha il vantaggio, con l'imperfetto, di indicare così un’azione ancora non conclusa.
    Se invece usiamo il trapassato prossimo l’azione è già iniziata e si è conclusa. Il trapassato remoto non si usa spesso, principalmente quando vogliamo contrapporre un fatto avvenuto prima di un altro fatto che si svolge nel passato.
    Il tempo passato ha il vantaggio di poter giocare con la lingua italiana, che è ricca di vocaboli, alcuni molto belli e musicali, quindi può dare risultati davvero piacevoli da leggere.

    Narrare al presente
    Il presente è un tempo verbale che a me piace molto, perché è molto coinvolgente e di forte impatto, soprattutto se abbinato all’uso della prima persona (ho scritto e pubblicato un intero romanzo fantasy in questo modo, lasciando vedere il mondo attraverso gli occhi del mio personaggio base). Ma anche la seconda persona da buoni risultati.
    Il tempo al presente è davvero ottimo per creare tensione, perché si narra l’evento nel momento in cui si avviene. C'è però la difficoltà non da poco che è limitante e limitativo: la storia è adesso, quindi non c'è molta scelta di giocare tra i vari tempo verbali, è il presente e basta. E' vero che si può abbinarlo al passato prossimo, ma solo per brevi tratti e solo quando vogliamo narrare fatti appena accaduti e perciò conclusi appena un attimo prima di narrare

    Quale tempo verbale scegliere allora?
    In realtà, da quanto spiegato, non c’è una formula precisa. Un consiglio? Che poi è quello che hanno dato anche a me: non abbiate fretta e provate a scrivere qualche pagina in un modo, e poi a modificarla nell'altro. Presente o passato? Confrontate le due versioni e vedete quella che vi risulta più piacevole rispettando le vostre esigenze narrative del momento.

    Una chicca: la tecnica del palleggiamento
    Ho provato anche questa; scrivere in prima persona al presente e cambiare l'io narrante capitolo per capitolo. E' estremamente difficile, ma da i suoi frutti. Ad esempio per raccontare gli stessi fatti sotto ottiche diverse, diversi punti di vista.

     
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    Irene

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    Bravo Ere!
     
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